Siamo famiglie di salesiani cooperatori che hanno deciso di vivere il Vangelo secondo il carisma salesiano e che hanno in comune l’amore per Don Bosco e la passione educativa per i giovani.
La vocazione per i giovani da personale è diventata con il matrimonio la vocazione della nostra famiglia.
Pertanto ci sentiamo chiamati, come famiglia, a vivere la nostra passione educativa per giovani attraverso la gestione di opere salesiane in cui viviamo per realizzare in maniera totalizzante la nostra vocazione e per essere segni e portatori dell’amore di Dio per i giovani.
Le famiglie chiamate a questa vocazione vivono in profonda comunione tra di loro in spirito di solidarietà, preghiera, sostegno reciproco e condividono un cammino comune di fede e di formazione spirituale.
Per la realizzazione di tale missione, è indispensabile la guida spirituale degli ordini consacrati della Famiglia Salesiana, SDB ed FMA, che ci sostengono con la loro preghiera e con la loro animazione religiosa ed ecclesiale e la comunione e condivisione con l’associazione dei salesiani cooperatori.
La nostra missione si realizza o in opere a noi affidate dagli SDB o dalle Fma, o nella apertura di nuove realtà salesiane.
Agostino, Cinzia, Nadia e Lorenzo
venerdì 4 gennaio 2008
venerdì 9 novembre 2007
Quando l'oratorio è gestito dai laici
Se 20 anni fa in Italia era impensabile, oggi un oratorio gestito interamente da laici è più di una realtà e lo è proprio in Sicilia. A Piazza Armerina la famiglia Sella (Agostino, Cinzia e tre figli) da 8 anni è responsabile dell’oratorio che per anni vide la presenza delle suore «Figlie di Maria Ausiliatrice ». Questa esperienza e le esigenze del tempo hanno portato altri giovani e altre coppie verso un simile impegno tanto che nel mondo salesiano siciliano si contano diverse
realtà di gestione laicale di istituti o oratori. La nostra storia parte da lontano, da un progetto di vita - dice Agostino, architetto, 40 anni - la cosa su cui abbiamo tenuto di più da quando siamo insieme, ossia una famiglia nell’oratorio. Dopo 9 anni di fidanzamento, ci siamo sposati nel 1997 e avevamo già concretizzato qualcosa in tal senso in una realtà catanese; poi tutto sfumò tanto che andammo a vivere in una casa senza porte e niente piastrelle in bagno. Un giorno ci è stata data l’opportunità di gestire un oratorio nella mia città, a Piazza Armerina.
realtà di gestione laicale di istituti o oratori. La nostra storia parte da lontano, da un progetto di vita - dice Agostino, architetto, 40 anni - la cosa su cui abbiamo tenuto di più da quando siamo insieme, ossia una famiglia nell’oratorio. Dopo 9 anni di fidanzamento, ci siamo sposati nel 1997 e avevamo già concretizzato qualcosa in tal senso in una realtà catanese; poi tutto sfumò tanto che andammo a vivere in una casa senza porte e niente piastrelle in bagno. Un giorno ci è stata data l’opportunità di gestire un oratorio nella mia città, a Piazza Armerina.
Un oratorio non è certo una fonte di reddito, come fate a mantenere la vostra famiglia e l’oratorio?
Dedicarsi al prossimo è importante, ma il nostro prossimo più vicino sono i nostri figli - dice Cinzia, psicologa trentasettenne di Gela - per questo abbiamo creato, nella struttura adiacente all’oratorio, "L’Ostello del Borgo", che offre ricettività ai turisti che visitano Piazza Armerina e la Villa romana del Casale. Direi che l’ostello sostiene l’oratorio, alla famiglia pensa Agostino facendo l’architetto a tutto campo. Io ho meno tempo per lavorare da libera professionista,
perché sono la responsabile dell’oratorio, e c’è davvero tanto da fare per i giovani».
Già, la famiglia e soprattutto i figli immersi in una realtà così ampia; come si fa a mantenere un equilibrio?
«Abbiamo 3 figli: Gabriele, 8 anni, Samuele, quasi 7 e Gaia, quasi 3 anni - continua Cinzia - e in molti ci chiedono: "Come fate a gestire un oratorio con i figli?". La mattina i bimbi
vanno a scuola e il pomeriggio, tutti insieme alle 15 andiamo in oratorio. Loro si "disperdono" con gli altri bambini nelle varie attività. In fondo è come se avessimo più figli».
Una famiglia anomala la vostra?
«Forse siamo una famiglia anomala - dice Agostino - perché non sono molte quelle che scelgono di vivere la loro vita all’oratorio. Però siamo felici così. Senza oratorio non saremmo felici. Anzi la nostra vita sarebbe più difficile, forse priva di stimoli. Adesso non ci poniamo il problema del
futuro dei nostri figli, dobbiamo solo pensare a educarli bene. E’ questo il vero compito dei genitori. A tutto il resto ci penseranno loro. Se li avremo educati bene, saranno in grado
di vivere nel mondo. L’importante è che siano felici e che da grandi abbiano il coraggio di vivere i propri ideali».
Il clima di famiglia si respira davvero nell’oratorio di Piazza Armerina, che con la famiglia Sella ha persino aumentato le attività e gli orari di accoglienza dei ragazzi come dice Cinzia elencando le principali: doposcuola per i bimbi meno abbienti, tutti i giorni attività in cortile, gruppo giovanile collegato a tutte le attività del Movimento Giovanile Salesiano, attività sportive, laboratorio teatrale; in estate il «Grest», la gestione dello sportello Meter per la lotta alla pedofilia, percorsi di cammino di fede; il tutto in sintonia con la Chiesa locale e il Vescovo.
«Dobbiamo confessare - afferma Agostino - che questa bellissima esperienza forse non ci basta più. Il nostro sogno è creare una rete degli oratori gestiti da laici. Quest’anno in Sicilia sono partite altre realtà di gestione laicale, sappiamo che ne esistono di simili nel resto del pianeta, soprattutto in Sud America. Ci piacerebbe entrare in contatto con loro. Per questo abbiamo creato un’associazione che si chiama "Don Bosco family"».
MARCO PAPPALARDO
Dedicarsi al prossimo è importante, ma il nostro prossimo più vicino sono i nostri figli - dice Cinzia, psicologa trentasettenne di Gela - per questo abbiamo creato, nella struttura adiacente all’oratorio, "L’Ostello del Borgo", che offre ricettività ai turisti che visitano Piazza Armerina e la Villa romana del Casale. Direi che l’ostello sostiene l’oratorio, alla famiglia pensa Agostino facendo l’architetto a tutto campo. Io ho meno tempo per lavorare da libera professionista,
perché sono la responsabile dell’oratorio, e c’è davvero tanto da fare per i giovani».
Già, la famiglia e soprattutto i figli immersi in una realtà così ampia; come si fa a mantenere un equilibrio?
«Abbiamo 3 figli: Gabriele, 8 anni, Samuele, quasi 7 e Gaia, quasi 3 anni - continua Cinzia - e in molti ci chiedono: "Come fate a gestire un oratorio con i figli?". La mattina i bimbi
vanno a scuola e il pomeriggio, tutti insieme alle 15 andiamo in oratorio. Loro si "disperdono" con gli altri bambini nelle varie attività. In fondo è come se avessimo più figli».
Una famiglia anomala la vostra?
«Forse siamo una famiglia anomala - dice Agostino - perché non sono molte quelle che scelgono di vivere la loro vita all’oratorio. Però siamo felici così. Senza oratorio non saremmo felici. Anzi la nostra vita sarebbe più difficile, forse priva di stimoli. Adesso non ci poniamo il problema del
futuro dei nostri figli, dobbiamo solo pensare a educarli bene. E’ questo il vero compito dei genitori. A tutto il resto ci penseranno loro. Se li avremo educati bene, saranno in grado
di vivere nel mondo. L’importante è che siano felici e che da grandi abbiano il coraggio di vivere i propri ideali».
Il clima di famiglia si respira davvero nell’oratorio di Piazza Armerina, che con la famiglia Sella ha persino aumentato le attività e gli orari di accoglienza dei ragazzi come dice Cinzia elencando le principali: doposcuola per i bimbi meno abbienti, tutti i giorni attività in cortile, gruppo giovanile collegato a tutte le attività del Movimento Giovanile Salesiano, attività sportive, laboratorio teatrale; in estate il «Grest», la gestione dello sportello Meter per la lotta alla pedofilia, percorsi di cammino di fede; il tutto in sintonia con la Chiesa locale e il Vescovo.
«Dobbiamo confessare - afferma Agostino - che questa bellissima esperienza forse non ci basta più. Il nostro sogno è creare una rete degli oratori gestiti da laici. Quest’anno in Sicilia sono partite altre realtà di gestione laicale, sappiamo che ne esistono di simili nel resto del pianeta, soprattutto in Sud America. Ci piacerebbe entrare in contatto con loro. Per questo abbiamo creato un’associazione che si chiama "Don Bosco family"».
MARCO PAPPALARDO
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